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Procida chiama, la costa risponde
10-02-2021 10:00

di Ileana Bonadies

Con la nomina dell’Isola procidana a Capitale della Cultura nel 2022, si prospettano opportunità per l’intera regione Campania, in particolare per le città di mare del territorio, tra cui Portici, che mai come stavolta saranno chiamate a unirsi in rete per formulare una offerta nel segno di un turismo culturale che coniughi eccellenza e sostenibilità.

Per conoscere lo stato dell’arte attuale e ragionare in termini di futuro, abbiamo raccolto la testimonianza di un esperto del settore, Luca Coppola, Amministratore del Consorzio Costa del Vesuvio, che unisce le imprese legate al turismo; Presidente Pro Loco Hercvlanevm, associazione di promozione turistica e culturale, e nei prossimi mesi coordinatore dell’I Point Ercolano, un nuovo centro di informazione turistica a pochi passi dalla Stazione della Circumvesuviana di Ercolano Scavi che si pone l’obiettivo di accogliere i visitatori in arrivo e orientarli nella conoscenza del territorio – nella sua accezione più estesa – attraverso nuove opportunità di scoperta, itinerari e possibilità di vivere al meglio i luoghi di destinazione.

Luca Coppola

Quali ripercussioni immagini possa avere la vittoria di Procida per la Campania tutta?

Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è una notizia molto positiva per la nostra Regione per due ragioni: intanto per l’Isola di Procida sulla quale già fioccano articoli di giornali e riviste online nazionali e internazionali, alimentando così l’immaginario e il desiderio del viaggio verso un territorio meno conosciuto rispetto alle più note isole di Capri e Ischia nel Golfo di Napoli, per quanto sia stata set di pellicole come “Il Postino” di Massimo Troisi, “Il Talento di Mr Ripley” e torni in queste settimane in cima alla classifica nelle librerie attraverso un classico come “l’Isola di Arturo” di Elsa Morante. In secondo luogo è importante perché a Procida toccherà rivestire in un certo senso il ruolo di Ambasciatrice naturale della cultura e soprattutto del turismo in Campania nel 2022, anno in cui tutti gli operatori segnalano l’inizio di una graduale rinascita del settore a seguito della vaccinazione di massa. Le ripercussioni di questa vittoria potranno premiare le tante destinazioni classiche che oggi sono a corto di turisti ma soprattutto le piccole destinazioni presenti nella nostra Regione, soprattutto nelle aree interne che conosciamo e che meritano di essere valorizzate a pieno per generare nuove dimensioni di occupazione e di impresa, seguendo il trend di un turismo sostenibile, non impattante sulle comunità locali e quindi rispettoso dell’ambiente. Da operatore non posso che sperare in una promozione territoriale ampia di tutta la Campania derivante da questo titolo che oltre ad attrarre tanti visitatori sull’isola, si tradurrà nella voglia di prenotare un soggiorno tra le case colorate dell’isola e nelle destinazioni del Golfo di Napoli per trascorrere più tempo e conoscere oltre ai paesaggi, il nostro patrimonio culturale. Sicuramente gli operatori della Costa del Vesuvio devono prepararsi all’evento immaginando iniziative, pacchetti turistici e opportunità per allungare la permanenza, affiancando Procida in questa occasione storica. Si tornerà a viaggiare con entusiasmo per dimenticare lo stress di questo periodo e si cercheranno proprio nuove località in cui trascorrere giornate serene, facendo attività rilassanti e dinamiche.

Il mare e la costa sono certamente tra i maggiori attrattori quando si parla di turismo. In tal senso un ruolo importante lo gioca il Miglio d’oro, in cui si collocano anche la città di Portici, sui cui insiste il nostro bene comune, ed Ercolano, la tua città d’origine: sulla base dell’esperienza da te accumulata in qualità di attivista ed esperto di management del patrimonio culturale-turistico, quali sono i traguardi raggiunti e quelli su cui ancora c’è da lavorare in un’ottica di rete?

Viviamo in un territorio straordinario perché parliamo di un lembo di terra nel quale sono concentrate tutte quelle caratteristiche che normalmente si ritrovano in luoghi diversi: il mare, la collina, un vulcano, un distretto culturale e archeologico mondiale capitanato dai siti UNESCO di Ercolano e Pompei, le Ville Vesuviane del ‘700, l’agricoltura con i pomodorini del piennolo, la pesca e potrei continuare ancora. Se ripensiamo alle nostre città sono cambiate molte cose negli ultimi 20 anni in termini di qualità della vita e offerta turistica. Ercolano era una città in cui la criminalità organizzata era presente e diffusa fino a 10 anni fa, soffocando le imprese e impedendo nuovi investimenti in attività turistiche che infatti sono nate dopo la liberazione e le denunce da parte dei commercianti. Tra nuovi alberghi, b&b e ristoranti di qualità, cresce l’offerta legata all’ospitalità e questo è un dato molto positivo. La Città di Portici oggi è un luogo attraversato sempre di più dai visitatori negli ultimi anni, sia per l’aumento di strutture ricettive, sia come tappa per visitare agevolmente la vicina Ercolano. Può giocare le sue carte legate ad un turismo di qualità grazie alla presenza del Porto del Granatello, meta frequentata durante tutto l’anno, e il rilancio della Reggia di Portici, il baricentro del turismo culturale: essa rappresenta un connettore naturale con il Parco Archeologico di Ercolano e può essere per i visitatori una meta obbligata per la storicità del luogo e per le connessioni che ci legano, penso alla presenza del Museo del Vino, dell’Orto Botanico, degli appartamenti reali e del Museo Herculanense. Ad Ercolano è nata l’archeologia così come la conosciamo oggi e i primi reperti furono conservati proprio nella Città di Portici a partire dal meraviglioso Palazzo d’Elboeuf. Oggi abbiamo bisogno di estendere ai nostri territori la prospettiva di un turismo diversificato in un progetto di area vasta. Serve ripensare il turismo insieme, creando servizi di qualità e riposizionando il territorio attraverso politiche di marketing territoriale. Dobbiamo dar vita a politiche di rigenerazione del patrimonio storico sotto utilizzato per una gestione in chiave culturale degli spazi disponibili, riposizionando così il nostro immenso territorio sui mercati internazionali. Portici può volare alto insieme ad Ercolano perché sono complementari: proprio grazie al Miglio d’Oro, possiamo vantare la condivisione di un patrimonio culturale di pregio unico al mondo, con le Ville Settecentesche capaci di richiamare un pubblico di qualità con la creazione di itinerari speciali.

Villa Fernandes
Villa Fernandes

Il progetto Villa Fernandes si pone tra le sue azioni quello di aprirsi costantemente al territorio nell’accezione più estesa, ma anche all’Europa: secondo te quali sono gli esempi maggiormente virtuosi da cui trarre ispirazione?

Trovo che la nascita di questo progetto rappresenti una risorsa eccellente per la Città di Portici e per le città limitrofe, proprio per la varietà di iniziative che l’ha contraddistinto sin dalla sua nascita, dalla cultura agli incontri, fino alla formazione qualificante. Personalmente ho avuto modo di conoscere centri polifunzionali di qualità in giro per l’Europa attraverso numerosi training realizzati con la mia Associazione YAP Italia – Youth Action for Peace, che si occupa di cooperazione internazionale. Tra gli spazi che mi sono rimasti impressi mi piace ricordare i Centri Europei per la Gioventù di Strasburgo e di Budapest, in cui sono presenti sale attrezzate per la formazione e lo svolgimento di attività legate ai giovani. Credo che Villa Fernandes possa ispirarsi a questi centri se intende accrescere il profilo internazionale e al contempo approfondire le dinamiche legate all’incubazione di attività legate ai temi locali che sono collegati al turismo e quindi alla possibilità di contribuire all’economia locale in una chiave di coesione e inclusione sociale. Dalla cultura, al turismo, dalla rigenerazione del patrimonio culturale che in fondo è proprio la storia di questo immobile che ritorna alla comunità, alla specializzazione dei giovani che oggi si sentono scoraggiati nel panorama post pandemico. Villa Fernandes può davvero essere uno spazio di animazione territoriale capace di ampliare i propri orizzonti per attrarre al suo interno storie, competenze, professionalità per dar vita ad un network permanente.

La pandemia ha avuto ripercussioni molto gravi soprattutto sul settore turistico-culturale e una regione come la nostra ha risentito in particolar modo degli effetti negativi di questo prolungato fermo: quali le azioni che è possibile mettere in campo per sostenere una ripresa che coinvolga tutti? Quale il contributo che cittadini, associazioni, operatori di settore, Istituzioni possono dare a partire dalla propria area di riferimento?

La pandemia ha in un certo senso rivoluzionato tutto. Abbiamo vissuto un Natale spento a San Gregorio Armeno, così come spettrali erano le immagini inedite di Ercolano e Pompei deserte, in particolare quest’ultima la cui economia gira intorno all’indotto turistico. Però non dobbiamo perdere l’opportunità di guardare il cosiddetto “bicchiere mezzo pieno” e provare a ragionare su un nuovo quadro d’insieme capace di far coesistere in modo armonico il turismo e la vivibilità locale. Questa finestra di “stand by” potrebbe consentire di mettere in campo un sistema di azioni a cura delle Amministrazioni locali che oggi più che mai dovrebbero intravedere nel turismo non solo una vocazione naturale ma una grande opportunità per i territori che intendono promuovere la propria immagine e le proprie risorse in una proiezione internazionale, facendo leva sui beni culturali, sul paesaggio e la bellezza della nostra costa. Le Istituzioni hanno un ruolo fondamentale nel creare le condizioni per valorizzare, ad esempio, con progetti di valore le numerose ville presenti sul territorio e creare sinergie con il terzo settore, associazioni, imprese sociali e anche operatori privati che possono contribuire a renderle nuovi attrattori aggreganti.

Non solo, possono accendere i riflettori sulle opportunità di sviluppo che provengono dal mare e immaginare nuovi itinerari capaci di trasformare le nostre città in porte d’accesso naturali alla Costa del Vesuvio. Portici, grazie alla stazione storica che credo sia la più bella d’Italia, può vantare un invidiabile accesso capace di connettere la Reggia ad Ercolano, facendo vivere ai visitatori l’esperienza di attraversare la storia a piedi. Per “vivere” di turismo oggi assumono valore anche le iniziative digitali pubbliche e private che possono aprire una finestra sul mondo del nostro territorio, in grado di rispondere ai bisogni del viaggiatore, capaci di creare interesse negli attrattori meno conosciuti e convogliare così un pubblico di qualità nella nostra area prenotando servizi che possono accrescere l’economia di chi investe e crede nel turismo perché questa è la nostra vera scommessa.