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Fiorire insieme, anche con poca acqua – Buona Pasqua!
03-04-2021 15:00

Un anno!

Eh sì, il nostro bene comune festeggia un anno di vita!

Forse non siamo nati proprio con la camicia, potrebbe pensare qualcuno, essendo il 2020 l’anno che ha visto muovere i nostri primi passi, ma in realtà – lo ammettiamo – ci piace  molto legare la nostra storia a quella più grande che ha investito il mondo intero: fiorire con poca acqua a disposizione regala una soddisfazione impagabile. Meraviglia gli increduli e fortifica chi crede che anche con poco è possibile lasciare tracce significative e iniziare percorsi costruttivi. 

Ecco, dunque, a distanza di poco più di 365 giorni ritrovarci a festeggiare una primavera che non aspetta ad arrivare e travolgere con la sua ventata di energia, e una Pasqua da sempre legata ad un concetto importante: quello di rinascita.

E chi forse più di Villa Fernandes può davvero essere testimone di questo nascere che si rinnova, che si ripete per l’ennesima volta?

Villa Fernandes nel parco

Il ricominciare non ci spaventa, né demoralizza: anzi, è la nostra forza. Da ex bene confiscato alla camorra siamo diventati un hub di sviluppo locale, formazione, cultura e innovazione. Un centro servizi operativo per le persone e le famiglie più fragili; un polo di avviamento al lavoro e all’imprenditorialità rivolto ai giovani ma non solo; uno spazio fisico in cui gli stimoli più disparati provenienti non solo dalla realtà locale ma da ogni contesto portatore di valori, proposte, obiettivi condivisi, si combinano tra loro per prendere forma nel segno della trasversalità. Un bistrò – il Dabliu – luogo di convivialità, co-working e aggregazione in cui le migliori proposte di ristorazione e bartending si coniugano con tutte le altre attività della Villa.

Poi è arrivata la pandemia, la vita ha richiesto un radicale cambiamento delle abitudini, della quotidianità, dei modi di relazionarsi agli altri, di stare in società, ma anche stavolta – dopo solo un iniziale smarrimento – siamo riusciti a ri-nascere. A rendere il valore della flessibilità, della capacità di adattamento una leva per restare operativi, vigili, attenti ai bisogni della comunità, propositivi, di aiuto con i nostri sportelli dedicati. 

E così, pur dovendo modificare gli strumenti attraverso cui interagire con la città, non potendo essere fisicamente aperti, abbiamo sfruttato le potenzialità dello streaming per proporre occasioni di approfondimento, divulgazione, riflessione su tematiche legate all’attualità, ai principi di sostenibilità e solidarietà su cui il nostro progetto si fonda, alla scienza quanto mai fondamentale per orientarsi in un momento storico così delicato e incerto. 

Lasciando assolutamente in presenza – nel rispetto di tutte le disposizioni governative per la sicurezza – i servizi rivolti alla cittadinanza e l’Informagiovani, affinché assicurato sia sempre il sostegno per chi necessita di informazioni relative all’ambito del lavoro, della disabilità, dello studio o della salute. 

Crediamo fortemente, infatti, che un progetto nato attorno al solido concetto di bene comune deve:

  • coltivare l’arte delle relazioni, dunque del dialogo, che vuol dire mettersi in ascolto dei bisogni, ma anche comunicare dando voce a questioni e temi che possono avere rilevanza e utilità generale e trasversale. 
  • deve immaginare e progettare nel solco di un welfare generativo di valore, che sia solidale, inclusivo, innovativo, che non persegue la “cultura dello scarto” ma investa nel capitale sociale
  • investire nella cultura, ovvero nella conoscenza in grado di soddisfare quel bisogno di “senso” che ciascun individuo intende attribuire alla propria vita

Per questo in tutto ciò che facciamo, scegliamo di mettere al centro la persona per incider sull’intera comunità di riferimento.

E se da un lato questa imprevista condizione globale costringe a limitazioni e rinunce, dall’altro può certamente incentivare la ricerca e l’attuazione di soluzioni alternative per continuare ad alimentare uno scambio edificante tra territorio, cittadini, associazioni singole o in rete.

Totem con percorsi in Villa Fernandes

Tenendo ben chiaro che lì dove si sperimentano percorsi partecipati nuovi cosi come sta avvenendo per Villa Fernandes, in cui confluiscono presistenze con una storia consolidata, la complessità che inevitabilmente connatura la situazione consente due interpretazioni: complessità come difficoltà dinanzi alla quale bisogna operarsi collettivamente per trovare una soluzione in grado di far superare l’ostacolo; complessità come approccio articolato ad una questione che costringe a valutarne tutti gli aspetti e a metterli in relazione con il circostante affinché se ne abbia una visione ampia e aperta e non limitata a un solo aspetto. 

E sono proprio queste le due direttrici che stanno orientando la progettualità del nostro bene comune; del bene comune della città di Portici ma anche delle città a noi vicine con cui condividiamo il patrimonio storico, quello culturale, quello paesaggistico, senza escludere la città di Napoli e ogni ente con cui si possano costruire ponti socialmente ri-generanti

Del resto lo abbiamo detto sin da subito, fiorire anche con poca acqua non ci spaventa… Ciò che conta è fiorire insieme.   

Auguri a voi tutti!

Antonio Capece e la Rete di Villa Fernandes