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Centro Servizi Giovani: ecco come diamo ascolto alle esigenze giovanili
05-02-2021 12:00

di Ileana Bonadies

Responsabile del Centro Servizi Giovani di Portici, ubicato al primo piano di Villa Fernandes, Angela Gentile – sociologa, esperta di progettazione e sviluppo nell’ambito del Terzo Settore e specializzata in politiche attive del lavoro, con particolare attenzione alle categorie fragili – ci racconta gli strumenti che il Centro mette a disposizione dei giovani, nonché i bisogni emersi in questi ultimi mesi in particolare e le conseguenti soluzioni attivate.

L’Informagiovani, che oggi ha sede all’interno di Villa Fernandes, si pone l’obiettivo di formare e avviare al mondo del lavoro. Quale la realtà esistente a Portici in termini occupazionali e quali le esigenze prioritarie che in particolar modo intercettate dal vostro osservatorio?

Doveroso da parte nostra fare una panoramica di come il mondo dei giovani appaia ai nostri occhi, attraverso la lettura di svariate ricerche ma anche grazie all’ascolto quotidiano di telegiornali e programmi televisivi strettamente dedicati al loro universo nonché al nostro quotidiano lavoro. Il dato chiaro che emerge è che la nuova cultura giovanile rispecchia fedelmente le contraddizioni dell’attuale contesto sociale. Così come la società ci appare oggi tanto evoluta quanto impaurita di fronte alla crescente incertezza sociale, così le giovani generazioni rispecchiano fedelmente tale incertezza, mostrandosi sì più pragmatiche ma anche più fragili di fronte ad una realtà sociale mutante. Sicuramente si mostrano, rispetto alle generazioni precedenti, più aperti alle esigenze di mobilità e insicurezza che il lavoro richiede, flessibili e accomodanti dinanzi alle esigenze del mercato lavorativo, ma tutto questo sforzo di adattamento di certo non avviene senza stress e paure.

In questo quadro, l’informazione assume un ruolo strategico. I giovani si trovano a sperimentare due tipi di difficoltà nei processi di scelta che riguardano la loro vita: la mancanza di informazioni, da un lato, e l’abbondanza di informazioni, dall’altro. Non tutti i giovani si trovano a possedere le informazioni necessarie per effettuare scelte importanti come ad esempio quelle attinenti i percorsi scolastici, l’inserimento lavorativo, interessi e tempo libero, vita sociale ecc. In altri casi, proprio la ridondanza e l’abbondanza di informazioni attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e, in primis, di Internet genera in molti di loro disorientamento e difficoltà nell’assunzione delle scelte.

In ragione di queste considerazioni, l’aumento di informazioni adeguate e calibrate sulle esigenze della giovane generazione è stato riconosciuto come uno dei principali obiettivi delle politiche giovanili e quindi del nostro servizio.

Per essere efficace il servizio Informagiovani deve essere in grado di fornire risposte puntuali sulla base dell’offerta di informazioni disponibili, indipendentemente dalla capacità dell’utente di esprimere una richiesta orientativa precisa.

In seguito all’esperienza di gestione avuta negli ultimi anni, accogliendo quindi le richieste del nostro target, abbiamo sviluppato tutta l’area di orientamento al lavoro e formazione, collaborando con diversi Istituti Scolastici della zona, e attivato corsi di formazione professionalizzanti in collaborazione con Enti privati migliorando in questo modo la qualità e arricchendo l’offerta di nuove proposte di particolare interesse per i giovani del territorio.

Tra le opportunità messe in campo, quella di fare esperienze dirette presso le imprese/associazioni del partenariato di Villa Fernandes: quali i riscontri ottenuti in merito all’effettivo ampliamento delle proprie skill professionali?

Da Sociologa, esperta in tematiche del lavoro, do assoluta importanza al potenziamento delle competenze “soft” molto apprezzate da aziende e recruiter nella selezione del personale.

Se infatti i titoli professionali e i certificati danno accesso ai colloqui di lavoro, sono le soft skills – ovvero le competenze personali più trasversali, che riguardano la comunicazione e le doti relazionali, l’autonomia, la capacità di lavorare in team, la leadership, solo per citarne alcune – a determinare il successo nel mondo lavorativo.  Ma molto spesso i giovani non sono consapevoli di quali soft skills possiedono e quali devono fortificare: pur avendo una competenza innata, infatti, essa va comunque allenata e potenziata. Da qui l’ importanza del lavoro e del mettersi in gioco, aspetti che in una logica di cooperazione e sviluppo territoriale curiamo e monitoriamo, insieme con i partner di Villa Fernandes, per dare la possibilità, attraverso progetti come ad esempio il Servizio Civile, di riconoscere le proprie competenze e svilupparne altre.

È in scadenza il prossimo 15 febbraio il bando per il Servizio Civile Universale 2021: a chi si rivolge e quali sono i progetti a cui è possibile aderire? Se fosse necessario sintetizzare tre soli motivi per cui vale la pena fare questa esperienza, quali sarebbero?

Si, fino alle ore 14.00 di lunedì 15 febbraio 2021 si possono presentare le domande di partecipazione al Bando per la selezione di 46.891 operatori volontari del Servizio Civile Universale. I progetti sono rivolti a giovani tra i 18 e i 28 anni. Sono disponibili più di 40.000 posti in progetti proposti da enti di servizio civile, che operano nei settori dell’assistenza, dell’ambiente, dell’educazione, dei beni culturali, dell’agricoltura sociale, della protezione civile e della tutela dei diritti umani.

L’esperienza consente di dedicare un intero anno alla formazione e alla crescita professionale e personale. Tre motivi per scegliere il servizio civile? Chiarirsi le idee sul futuro: quella del servizio civile è un’esperienza che consente di mettersi alla prova, sperimentando lavori che possono aiutare a capire cosa fare nella vita; conoscere nuove realtà: affacciarsi per la prima volta ad una realtà lavorativa può aiutare a conoscerne di nuove, spesso distanti dalla propria vita quotidiana. Ad esempio, mi capita spesso di incontrare volontari, al termine della loro esperienza in servizi che si occupano di educative territoriali o di assistenza alle persone fragili, che prima di questa opportunità non erano a conoscenza dell’esistenza di un mondo lavorativo in tale ambito; o ancora è accaduto che molti abbiano deciso, entusiasti del percorso, di spostare la ricerca di un lavoro futuro proprio su questa area lavorativa. Ciò vale anche e soprattutto per i ragazzi che decidono di fare l’esperienza all’estero; inserirsi nel mondo del lavoro: in particolare da quest’anno l’esperienza di Servizio Civile permettere di accrescere le competenze trasversali e anche di certificarle, inoltre – aspetto non di poca importanza in questo periodo in cui la disoccupazione giovanile tocca il 33% –  consente di ricevere un’indennità.

L’informagiovani opera a stretto contatto con il Comune di Portici: in che modo, nel dettaglio, si traduce questa sinergia?

Fondamentale è il lavoro in sinergia con il Comune di Portici. Il servizio Informagiovani – nel nostro caso denominato Centro Servizi Giovani per l’ampliamento della offerta sul territorio – è un servizio del Comune appaltato e gestito dalla Cooperativa di Seme di Pace, già da anni e la collaborazione con l’ ente committente è fondamentale sia in una logica di sviluppo che di monitoraggio del territorio.

A tal fine siamo strettamente legati alle politiche giovanili e abbiamo relazioni dirette con l’ Assessorato di competenza e con il Forum dei Giovani, con cui,  in entrambi i casi, abbiamo attivato procedure di collaborazione.

Durante questi lunghi mesi di pandemia, ancora in corso, è cambiata la domanda di informazioni/aiuto/richieste da parte dei giovani? Quali nuove esigenze sono emerse e quali le risposte che si stanno mettendo in atto?

I giovani si mostrano disorientati. Ormai trascorrono gran parte del loro tempo seduti a fissare pc o tablet, ma proprio questo disagio – accresciuto in questi mesi fatti di privazioni e vita sociale completamente azzerata, ci ha spinti a ripensare il servizio in un’ottica di “andare verso”. In primis abbiamo potenziato la nostra presenza sui social così da raggiungerli più facilmente e velocemente, quindi abbiamo cercato di usare il loro linguaggio e le loro “piazze” di incontro. Intanto le attività di formazione non si sono mai bloccate ma sono state organizzate on line su piattaforme dedicate.

Rappresenta un dato interessante l’avviamento, nel periodo di piena emergenza pandemica, ovvero marzo-giugno 2020, di 5 corsi di formazione professionalizzanti in streaming che hanno registrato una frequenza a corso, in media, di 14 ragazzi, addirittura superando quella dei corsi in presenza.

Anche lo sportello è sempre rimasto attivo, nel rispetto delle normative di sicurezza anticontagio, e sono aumentate le richieste di ricerca lavoro e informazioni su misure di sostegno economico.

Ha invece subito inevitabilmente una battuta d’arresto la socializzazione del “luogo”, ma sono fiduciosa che nel prossimo futuro l’Informagiovani ritorni ad ospitare in presenza, e  contemporaneamente, i ragazzi così come accadeva in precedenza quando raffigurava per i giovani non solo del territorio ma anche dei comuni limitrofi un luogo di socializzazione e un incubatore di idee e collaborazioni tra di loro.